Nato attorno al 1310 in un’agiata famiglia dell’aristocrazia romana, nel 1339 Giacomo di Niccolò Muti risulta studente allo Studium Perusinum. Legum doctor giunse presso la curia avignonese nel 1344 come ambaxator romani populi, ottenendo dal pontefice la gratia expettativa per un canonicato nella chiesa di Sant’Eustachio a Roma ed uno ad Assisi. Due anni dopo divenne arcidiacono di Palermo e nel 1351 vicario generale del cardinale vescovo di Ostia e Velletri. Fu docente di civile presso lo Studium Urbis e saltuariamente venne impegnato come giudice a Roma. Tra il 1360 e il 1361 fu nominato officialis della Camera Apostolica da papa Innocenzo VI, mentre sotto Urbano V iniziò il 10 giugno 1363 il servizio ad Avignone come uditore della Rota. Preparò il ritorno del pontefice a Roma e sondò l’acquisto di Castel Sant’Angelo dagli eredi di Napoleone Orsini. Per tutti questi servigi, probabilmente, il 13 ottobre 1363 fu nominato vescovo dei Marsi e due anni dopo d’Arezzo. Tornato con il papa Urbano V a Roma nel 1368 gli fu vicario generale in spiritualibus in Urbe fino alla morte. La carica fu confermata anche dal nuovo papa, Gregorio XI, che lo nominò anche vescovo di Spoleto. Morì nel 1372 probabilmente a Roma il 7 luglio con la fama di “homo magne scentie, magni consilii et etiam magne industrie”.