Nel manoscritto in cui sono riportate le note che il francescano aretino Giovanni Angeli, nominato inquisitore a Padova nel 1659, estrasse dalla corrispondenza conservata negli archivi del tribunale dell’Inquisizione patavina, si fa riferimento alle disposizioni riguardanti la circolazione di testi proibiti. Fra questi si rintracciano opere di: Antonio Roselli e Paolo Beni, docenti rispettivamente nel Quattrocento e sul finire del Cinquecento a Perugia. (cfr. “Quaderni per la storia dell’Università di Padova”, 48 (2015), p. 444).