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La censura ‘romana’ di un ‘Saggio’ di Giuseppe Colizzi, “Bollettino della Deputazione di storia patria per l’Umbria”, 78 (1981), pp. 285-296., di Stanislao Santachiara da Campagnola (1981)

Nel 1833 il professore di chimica e farmacia e di diritto naturale pubblico dell’Università di Perugia Giuseppe Colizzi (1765-1846), avviava la stampa del primo dei sei volumi della sua maggiore opera intitolata”Saggio analitico di giurisprudenza naturale e sociale”. La fama di cui godeva il dotto barnabita presso l’ateneo perugino, di cui fu anche Rettore, gli permise di passare una prima veloce revisione censoria da parte degli uffici ecclesiastici locali, ma non quella delle autorità romane a cui il vescovo e cancelliere universitario monsignor Cittadini decise di far sottoporre il “Saggio”. In questo articolo, così, l’a. riordina le lunghe e tribolate vicende che portarono alla pubblicazione del volume che, nonostante avesse visto la luce con i tipi di Baduel per conto del libraio Vincenzo Bartelli in quell’anno, uscì soltanto tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo del 1834. Fornisce, infine, una spiegazione di queste difficoltà, evidenziando le paure della Chiesa derivanti dai cambiamenti filosofici in atto all’epoca. (cfr. “Rivista di storia della Chiesa in Italia”, 37 (1983), pp. 616-617).

Fonti collegate

Personaggi citati

  1. Carlo Filesio Cittadini
  2. Giuseppe Colizzi Roma