Scheda biografica del teologo aretino, docente nel cinquecentesco Studium Perusinum, Girolamo Borri. Laureatosi in filosofia, medicina e teologia nel 1535 probabilmente presso l’Università di Padova (un suo soggiorno in terra veneta è testimoniato da alcune lettere scambiate con l’Aretino, in quel tempo a Venezia), restò per alcuni anni sotto il cardinale Giovanni Salviati che seguì a Roma dove forse ottenne una lettura. Nel 1548 si trasferì a Parigi presso la corte francese, dove sembra insegnò nello Studio parigino. Tornato a Roma per partecipare al conclave che elesse Giulio III al soglio pontificio, nel 1551 fu accusato di eresia e sottomesso più volte al giudizio dell’Inquisizione. Una vicenda che non lo ostacolò molto visto che gli venne offerta la cattedra di filosofia dall’Università di Pisa. Qui restò fino al 1559, per poi tornare nel 1575 sollevando, però, fortissime polemiche, confermando la fama di uomo litigioso e controverso. Nuovamente incarcerato per eresia nel 1583 e liberato grazie all’intercessione personale di papa Gregorio XIII, tornò ad insegnare a Pisa dove rimase fino quando venne cacciato definitivamente nel 1586. Passò all’Ateneo di Perugia dove tenne cattedra fino alla morte avvenuta nel 1592. Tra i suoi scritti sono citati: il Del flusso e reflusso del mare (Lucca, Busdrago, 1561, a cui era accoppiato un Ragionamento di Telifilo Filogenio della perfettione delle donne, tradotto da G. Ghirlanda), dedicato a Giovanna d'Austria duchessa di Toscana; il De motu gravium et levium (Firenze, Marescotti, 1576), menzionato anche da Galileo Galilei; e il De peripatetica docendi atque addiscendi methodo (Firenze, Sermartelli, 1584), dedicato a Francesco Maria duca di Urbino. (cfr. “Quaderni per la storia dell’Università di Padova”, 33 (2000), p. 303).