Da un manoscritto datato 1769 delle “Carte Mariotti” della Biblioteca Augusta di Perugia rinviene, analizza e pubblica, in appendice, tre documenti dell’aprile-maggio del 1712, attraverso i quali ricostruisce la polemica, riguardante i diversi modi di cura del vaiolo, scoppiata tra due professori dell’Università perugina, l’orvietano Ludovico Viti e Francesco Bolsi. Prendendo spunto da tale scoperta, l’Autrice traccia un quadro del mondo medico-scientifico della Perugia del primo Settecento, fornendo un’ampia biografia del Viti e soffermandosi sulle difficoltà in cui versava l’ateneo perugino in quel periodo (soprattutto la Facoltà di medicina e filosofia) simboleggiate dalla controversia tra il Collegio ed il vescovo. Tra le notizie biografiche offerte sul medico orvietano si accenna al conferimento della laurea nel 1684 e al suo insegnamento nello Studio dove un’intera generazione di medici perugini, tra i quali spiccano le figure di Francesco Belforti, Prospero Mariotti, Virgilio Cocchi e Alessandro Pascoli, videro in lui un vero esempio da imitare.