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Le scienze naturali: gli agronomi e l'Università tra rivoluzione e Restaurazione, "Annali di storia delle Università Italiane", 18 (2014), pp. 243-250., di Letizia Giovagnoni (2014)

Le riforme conosciute dall'Università di Perugia durante la Repubblica romana e il successivo governo francese, rappresentarono la "prima vera cesura rispetto all'inerzia" che l'aveva caratterizzata fra il XVII e il XVIII secolo. In queste pagine, dopo aver evidenziato lo sviluppo delle discipline scientifiche nell'Ateneo perugino all'inizio dell'Ottocento, si sofferma sull'istituzione, durante il secondo periodo francese, della cattedra di botanica ed agraria, affidata a Domenico Bruschi. Con la Restaurazione, nonostante la fondazione di un orto agrario accanto a quello botanico, le scienze agrarie subirono una battuta d'arresto fino al 1848, quando si formò un corso di Agricoltura teorico pratica, affidata all'emiliano Antonio Codelupi. L'attacco alla mezzadrìa, pilastro della società agricola umbra, ma anche l'insegnamento delle nuove teorie chimiche e fisiche, portarono quest'ultimo alla rottura con l'Università di Perugia nel 1851 e all'individuazione di un docente più prudente e di stampo moderato, che fu trovato nel toscano Antonio Galanti, non inviso alla Società economica agraria di Perugia e al governo pontificio. In ultimo, è ricordata la figura di Raffaello Antinori e dell'allievo Eugenio Faina. Il primo prese il posto di Galanti dopo l'Unità d'Italia, arricchì il gabinetto agrario di nuovi strumenti e propose di accorpare la cattedra con il corso di agronomia e agrimensura.

Fonti collegate

Personaggi citati

  1. Antonio Codelupi
  2. Antonio Galanti
  3. Domenico Bruschi Perugia