La sua presenza come studente nello Studio di Perugia è ipotizzata da Paola
Maffei sulla base del ms Philadelphia, Free Library, Hampton L. Carson Collection, LC 14 23 (
Maffei 2023). Il codice, da lui posseduto, in gran parte copiato e ampiamente annotato di suo pugno, contiene opere dei grandi civilisti del Tre e del Quattrocento, tra le quali il "De maleficiis" di Angelo Gambiglioni. Gli autori presenti nella raccolta e citati nelle note autografe sono in larga misura esponenti della tradizione dei giuristi tre-quattrocenteschi attivi sulle cattedre perugine. I testi sono inoltre rappresentativi degli interessi di Francesco per il diritto pratico, in particolare per i temi processuali e penalistici: negli anni '60 del Quattrocento egli fu infatti giudice e podestà a Arcevia (già Rocca Contrada), e sempre come giusdicente operò a Todi, Matelica, Cingoli, Siena.